Venerdì 24 ottobre Confcooperative Bergamo ha tenuto un Consiglio Provinciale aperto a tutte le proprie associate e lo ha fatto con l'obiettivo di offrire e costruire un momento di pensiero e mobilitazione.
Al centro è stato posto il nesso profondo che lega una visione delle relazioni tra persone e tra stati fondata sulla pace, cioè su un approccio nonviolento ai conflitti, e una visione dello sviluppo economico e sociale che metta al centro il cooperare.
La partecipazione è stata significativa, con una sessantina di cooperatrici e cooperatori in presenza e a distanza.
Sono intervenuti Raoul Tiraboschi, coordinatore territoriale del progetto "Jericho Vale!", e Marzia Marchesi, Assessora del Comune di Bergamo, i quali hanno dato conto delle iniziative di cooperazione internazionale in Cisgiordania avviate fin dal 2021 - prima con la guida del Comune di Bergamo e ora di Torino - delle quali Confcooperative Bergamo e CSA Coesi sono state e continuano ad essere partner. E' intervenuto anche don Cristiano Re, Delegato Vescovile per la Vita Sociale e la Mondialità, che ha riflettuto sul complesso ma imprescindibile intreccio che lega il livello politico e geopolitico al livello personale, esistenziale e comunitario.
Il confronto è stato ricco di spunti e considerazioni, portati tra gli altri da Massimo Minelli, presidente di Confcooperative Lombardia, e Enrico De Corso, Direttore regionale di Confcooperative.
Tutti i presenti hanno condiviso la forte richiesta che il fragile cessate il fuoco a Gaza si sviluppi in percorsi di tregua e poi di pace giusta: il terrorismo va respinto, ma niente può giustificare il massacro che il popolo palestinese ha subito in questi anni e che di fatto non è ancora realmente cessato.
Le riflessioni si sono poi allargate alla guerra in Ucraina prodotta dall'invasione russa e alle innumerevoli situazione di conflitto armato che attraversano il nostro pianeta. Molto si è anche ragionato su quella cultura della nonviolenza che dovrebbe orientare le nostre stesse vite e scelte esistenziali e sono risuonate parole forti e in alcuni casi scomode, che sembrano quasi inattuali:
giustizia, diritti, disarmo, perdono.
Al termine tutte le cooperatrici e i cooperatori hanno espresso la volontà di proseguire con iniziative di pensiero, di mobilitazione, di sostegno concreto.