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La ricerca del Cesc sull’economia cooperativa in Bergamasca

La ricerca del Cesc sull’economia cooperativa in Bergamasca
Presentata la ricerca sull’economia cooperativa in provincia di Bergamo al convegno «Imprese cooperative a Bergamo. Valori comuni e specificità» tenutosi lunedì 18 giugno all’Università Studi di Bergamo. Una giornata che è stata l’occasione per fare il punto sull’economia cooperativa in Bergamasca a cominciare dai dati della ricerca del Centro sulle Dinamiche Economiche, Sociali e della Cooperazione (CESC) dell’Università di Bergamo realizzata per conto di Confcooperative Bergamo e CSA Coesi, con il contributo della Camera di Commercio di Bergamo.

Categorie: Primo PianoDal Territorio

Tags: cooperazione,   Bergamo,   Lavoro,   Occupazione

La mutualità del lavoro come elemento fondante della cooperazione e dell’impresa cooperativa che ha scelto di investire su occupazione e capitale umano anche in tempi di crisi È questo lo scenario che emerge dalla ricerca del Centro sulle Dinamiche Economiche, Sociali e della Cooperazione (CESC) dell’Università di Bergamo realizzata per conto di Confcooperative Bergamo e CSA Coesi, con il contributo della Camera di Commercio di Bergamo, e presentata lunedì 18 giugno al convegno «Imprese cooperative a Bergamo. Valori comuni e specificità» tenutosi all’Università Studi di Bergamo.

Una giornata che è stata l’occasione per fare il punto sull’economia cooperativa in Bergamasca a cominciare dai dati della ricerca che prende in esame i dati complessivi del settore e quindi non solo le imprese aderenti a Confcooperative Bergamo. Sul fronte occupazione, la ricerca conferma che le cooperative hanno tutelato e sanno tutelare più di altre forme di impresa l’occupazione e mantenere il lavoro ai propri soci.

Dal 2008 al 2016 l’occupazione è in costante aumento nelle cooperative la cui dimensione media in termini di addetti raddoppia tra il 2008 e il 2016 raggiungendo circa 23 mila occupati. In provincia di Bergamo le cooperative attive al 2016 sono 758, di cui 337 (44.5%) di produzione lavoro, 226 (il 30%) sociali e il resto suddivise nelle altre categorie. Su un totale di 541 milioni di euro di valore aggiunto prodotti dalle cooperative nel 2016, il 62% è prodotto dalle cooperative sociali e il 33% dalle cooperative di produzione e lavoro. In termini di numero di dipendenti, le cooperative sociali danno lavoro a circa 14.750 persone, un numero che si è più che raddoppiato dal 2008 e che rappresenta oltre i due terzi del totale.

La localizzazione delle cooperative è molto concentrata: poco meno di un terzo sono localizzate nel comune di Bergamo, quasi un quarto a Treviglio, 2% ad Albino. Ancora più concentrate sono le cooperative di produzione e lavoro, oltre il 60% delle quali sono localizzate a Bergamo e Treviglio. Più diffuse sul territorio sono le cooperative sociali e le altre cooperative. Anche nelle cooperative, come nelle altre forme giuridiche, sono prevalenti le imprese di piccole dimensioni. Al 2016 poco meno del 60% delle cooperative bergamasche è presente da oltre 10 anni e oltre il 40% da oltre 20 anni; il 25% non supera i 5 anni d’età, cioè sono nate negli anni della crisi.

 

Produttività e liquidità

Il rovescio della medaglia, conquistata nella difesa dell’occupazione, è rappresentato dalla minore produttività che le cooperative mettono in evidenza rispetto ad altre forme di impresa. In secondo luogo emergono alcune fragilità sul fronte della capacità e propensione agli investimenti, connessa ad una scarsa patrimonializzazione.

Di fronte a queste criticità la cooperazione bergamasca non rimane con le mani in mano.A titolo di esempio, citiamo il percorso di costituzione di un contratto di rete tra cooperative sociali che andrà ad operare nel campo del welfare aziendale e del mercato privato: un investimento sull’innovazione che i consorzi sociali Cum Sortis, Il Solco del Serio, Ribes, Solco Città Aperta, supportati da Csa Coesi, hanno deciso di assumere, consapevoli che i bisogni dei singoli, delle famiglie e delle imprese richiedano profondi cambiamenti organizzativi e tecnologici.

Citiamo anche il Biodistretto Sociale, un’aggregazione di aziende agricole e di cooperative sociali che mira a sviluppare un progetto di sviluppo nel campo agroalimentare, con un’attenzione forte alla qualità del cibo, alla sostenibilità ambientale e all’inclusione sociale.

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